RACCONTI DI CACCIA

I racconti di caccia degli appassionati

Questa sezione è dedicata a tutti coloro che vorranno inviarci dei racconti da pubblicare su persone, cani e vicende venatorie. Tutti noi abbiamo mille avventure da raccontare, e anche se possono sembrare banali è nostra intenzione dare voce alle vostre emozioni. Inviatecele via e.mail le pubblicheremo. marketing@cacciainfiera.it

MARZAIOLE AL TRASIMENO

Nel lontano 1973 durante il periodo di “austerity” nel mese di marzo, quando gli impegni di lavoro me lo permettevano, percorrevo il tratto di strada di circa 9 Km. , che va da Agello al Lago Trasimeno, in bicicletta, per andare a caccia di marzaiole Programmavo la suoneria della sveglia alle 3,30 del mattino per inforcare la bicicletta alle 4,00 e arrivare a casa di Bruno alle 4,45 circa. Bruno, abilissimo pescatore e cacciatore, quindi grande conoscitore del lago e della caccia agli acquatici, era il mio accompagnatore e anche un vero amico: conosceva “la valle” come le sue tasche ed era un vero specialista nel condurre la barca in quel dedalo di stretti canali che caratterizzano questa parte di lago, senza fare il minimo rumore.

La luce accesa della cucina che intravedevo dando le ultime pedalate, mi tranquillizzava ed era per me importante perché significava che Bruno era pronto. Pochi convenevoli, qualche parola sul tipo di vento e sulla temperatura della mattinata perché da questo derivava la scelta delle cartucce. DN se tramontana SIDNA se scirocco, su questo lui non ammetteva alternative. Io dalla espressione del suo viso e da qualche scarno commento, già mi facevo un’idea di come sarebbero andate le cose. Caricati in spalla i richiami vivi e le altre attrezzature partivamo per giungere alla barca, distante circa mezzo chilometro e, una volta imbarcati, arrivare al nostro “chiaro“. ,.

Posizionare gli stampi ed i richiami era esclusivamente compito suo ,mi; consegnava il remo e mentre io spingevo la barca lui sistemava il tutto con una tecnica che cambiava in funzione del vento e di altri fattori che ancora oggi per me non del tutto chiari. Verso le 5,30 tutte le operazioni erano terminate e entrati con la barca all,interno del capanno di canne, iniziava la spasmodica attesa. .

Caricato il fucile in piedi nella barca, bene avvolto nel mio giaccone sentivo giungere la brezza del mattino che faceva frusciare le canne ormai essiccate dal lungo inverno e la luna che stava tramontando le faceva brillare. Al primo chiarore iniziavano nel lago i richiami delle folaghe seguito da quello delle gallinelle e da quello più rumoroso del germano reale. Con la mano destra infilata nella capiente tasca del giaccone contavo le cartucce e le rigiravo continuamente segno che la tensione dell’attesa aumentava e per distrarmi cercavo di concentrare il mio pensiero su cose estranee alla caccia ma non ci riuscivo; la tensione, la febbre per la caccia, l’attesa, il freddo mi facevano tremare mentre Bruno che di questi momenti ne aveva vissuti tantissimi stava tranquillamente seduto sulla traversa centrale della barca perché sapeva benissimo che ancora era presto. Il paese che vedevo di fronte a me è San Savino ed è da lì che l’inizio del nuovo giorno faceva si che inevitabilmente dei nuovi rumori e suoni portati dal vento rompevano la bella atmosfera di apparente silenzio. Nel frattempo anche Bruno ha caricato la sua doppietta Beretta cal.16 a cani esterni e si è alzato in piedi, questo mi fa aumentare la tensione perché significa che siamo prossimi allo sperato arrivo delle marzaiole.

Passano ancora interminabili minuti, ho tanta voglia di accendere una sigaretta ma da sempre Bruno me lo ha proibito perché il chiarore della sigaretta accesa potrebbe essere visto dalle anatre e compromettere il tutto. Ad un tratto Bruno che evidentemente sapeva molto meglio di me da quale parte sarebbero arrivate mi dice “eccole” i richiami cominciano a cantare vigorosamente ; è un bel gruppetto di circa una dozzina, le vedo bene attraverso le fessure create appositamente nella parte superiore del capanno di canne.

Poi mi sento avvolgere da un calore, anzi intorno a me sembra tutto ribollire, il cuore mi sale in gola, non avverto più i brividi del freddo e una calma apparente mi conquista; le seguo con gli occhi girando lentamente la testa senza muovermi. Fanno due giri di ispezione intorno al chiaro poi si abbassano e si buttano non lontano dai richiami. La calma di Bruno mi rassicura, trattengo il respiro e come d’accordo è lui che spara per primo a fermo, poi seguono i miei perché è così che lui ha deciso: tutto avviene velocemente e quando ritorno in me è ormai tutto finito. Le fucilate sono andate a segno me ne ero reso conto vedendo cadere i marzaioli e il suo bieco sorriso mi confermava tutto questo. Ricarichiamo in fretta perché, come lui mi aveva insegnato, c’è sempre qualche capo che, ferito, cerca di guadagnare il fitto, guardiamo bene nel chiaro ma non vediamo alcun movimento quindi decidiamo di uscire per raccogliere.

Questo è uno dei momenti più belli dalla caccia di valle, ne raccogliamo cinque ma Bruno ne ha visto cadere uno fuori dal chiaro e con il suo proverbiale colpo d’occhio riesce subito a localizzare il punto preciso e a recuperare il sesto. Non ho proprio il tempo di riflettere su tutto quello che è accaduto, dovrò aspettare il momento in cui sarò con i miei amici cacciatori per rivivere con il racconto questi momenti magici che sono il sogno di ognuno di noi. Adesso che il lago Trasimeno è oasi di protezione naturalistica durante il mese di marzo vado armato di binocoli nei posti di osservazione, creati appositamente dalla Provincia di Perugia che gestisce il parco, nella speranza di poter vedere qualche volo di marzaiole facendo “amarcord” di tutti i bei momenti trascorsi insieme a Bruno che, nonostante i suoi ottantaquattro anni suonati, anche lui si ostina a fare con la sua vecchia ma sempre ben tenuta barca un giretto per vedere gli “animali” del suo lago.

E’ forse questo il futuro della caccia?

Spero proprio di no sarebbe un surrogato per me incomprensibile perché anche se non porto con me il fucile perlomeno voglio mantenere lo stesso spirito che sempre mi prende in questa stagione dell’anno. Questo nessuno me lo potrà mai portare via.

Mauro Castellani


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