CACCIA AI GRANDI SELVATICI

I NONNI DELL'EXPRESS MODERNO


Il termine express fu coniato dai maestri armaioli inglesi dell'800 che per primi si cimentarono nella realizzazione di questa arma a canna rigata dandone una interpretazione che prevedeva le due canne affiancate e partendo perciò dalla struttura della tipica doppietta.

i nonni dell'espress moderno

All'epoca EXPRESS era l'appellativo che si dava ai treni, proprio a significare la velocità con la quale garantivano gli spostamenti in alternativa agli altri mezzi di locomozione dell'epoca. L'arma Express perciò era sinonimo di velocità intendendo per ciò quella del proiettile lanciato sul bersaglio e tale appellativo fu assegnato a queste armi dal grande James Purdey.

Pur essendo, gli express classici a canne giustapposte la reinterpretazione moderna li considera. anche a canne sovrapposte. Ma qui non parleremo di express moderni, questo articolo è dedicato ai miti del passato ed ai loro calibri.

Lo studio e la realizzazione degli express porta nomi di assoluta fama, Holland & Holland, Rigby, Westley Richards, e le loro interpretazioni furono i punti di riferimento dell'arte armiera dell'epoca.

Il perché degli Express

Come tutte le armi da caccia, anche gli express nacquero da una specifica esigenza, posta agli armieri inglesi dal mercato di alta fascia dei nobili e dei nuovi ricchi. L'impero britannico abbracciava i luoghi più remoti del mondo e la selvaggina li presente aveva connotati ben diversi dal quella delle isole britanniche. Animali di grande mole ed estremamente pericolosi, dall'epidermide spesso particolarmente resistente, la cui caccia frequentemente realizzata in boscaglia o tra le alte erbe della savana, era fatta a poche decine di metri con la necessità di avere armi di facile maneggevolezza e dal potere d'arresto risolutivo. Nacque così l'esigenza di progettare armi a canna rigata, anche diverse da quelle che giravano nella mitteleuropa, ove la balistica aveva la prerogativa dell'unico colpo risolutore e di tiri a lunga distanza. 

I territori coloniali e le loro cacce avevano altre prerogative: i bersagli erano spesso nascosti alla vista dei cacciatori dalla fitta vegetazione e la conseguenza era che essi si dovevano avvicinare molto. A ridotta distanza il tiro era facile nella mira ma necessitava di calibri potenti per arrestare sul posto il selvatico che se solo ferito era in grado di caricare ed uccidere il cacciatore. Da qui la necessità di doppiare il colpo, sia in tempi brevissimi (un otturatore girevole scorrevole sarebbe stato difficile da gestire nella concitazione del momento), sia con l'assoluta certezza di non avere inceppamenti, fattore gestibile in assoluto solo con due canne a meccanismi di sparo separati. 

Da queste esigenze nacque la famiglia degli express, che proprio per l'assoluta ricerca della perfezione furono sin da subito posizionati su prezzi di mercato elevati, accessibili solo ad una ristretta cerchia di mercato o ai cacciatori professionisti che ne fecero il loro strumento di lavoro.

La tecnica degli express

Essendo armi a due canne, il primo problema per il costruttore ne era la regolazione per l'ottenimento di buone rosate e questo era compito di una categoria ben precisa delle maestranze inglesi i “master barrel regulator”. La regolazioni delle armi veniva realizzata direttamente in campo, ove questi specialisti accedevano con le armi in bianco che portavano sulla volata dei distanziatori temporanei. 

Qui si facevano una serie di prove realizzate generalmente sulle 100 yards (91,44 metri) fino a raggiungere l'accoppiamento desiderato. Parallelamente si regolavano la tacca di mira intermedia e il mirino fino a quando le rosate di dieci colpi non stavano per entrambe le canne entro un raggio di 20 cm, anche se le migliori tarature portavano le armi ad ottenere rosate di diametro di dieci centimetri. Valori questi inaccettabili nella accezione della balistica moderna ma assolutamente validi per un'express e per le cacce ai quali erano destinati. 

Altra prerogativa dell'express era il calibro sempre grande e potente che prevedeva la necessità di avere armi sempre particolarmente robuste. Queste hanno avuto acciarini sia di tipo Anson che di tipo Holland & Holland, questi ultimi molto spesso smontabili, dato che il cacciatore si sarebbe trovato in territori sprovvisti di armaioli per gli interventi di manutenzione. 

Gli express nacquero nell'epoca della polvere nera, ma ben presto la balistica moderna che nel frattempo aveva introdotto le polveri infumi, impose la rivisitazione dei calibri esistenti. Tendenzialmente grazie alla maggior potenza erogata da queste ultime alcuni calibri furono ristretti e venne loro assegnata per qualche tempo una doppia numerazione (es. 500/450 il primo numero si riferisce al calibro in polvere nera, il secondo con polvere senza fumo). 

Per molti anni la munizione più potente per questo genere di armi fu la 600 Nitro Express, primato che fu ceduto poi alla 460 W.M. ideata da Roy Weatherby, quest'ultima poi superara dalla 700 N.E. 

In relazione alle grandi potenze sprigionate da queste armi basculanti, solitamente il gruppo bascula è rinforzato tra tavola e faccia di bascula e quelli dotati di batterie laterali sono generalmente a molla indietro, fattore che permette di non prelevare troppo materiale dai fianchi di bascula. Considerando la dimensione generosa delle canne ed il loro spessore il peso di un'arma express non scendeva mai sotto i 4,5-5 kg, elemento che potremmo anche considerare scomodo nelle lunghe marce in terreni difficili, ma generalmente pianeggianti, ma che invece utilissima nell'assorbimento dei feroci rinculi di queste armi. 

I calibri storici 

Ricordando che gli express storici erano destinati a selvatici impegnativi e quindi sono sempre particolarmente importanti come dimensione: 

375 Holland & Holland Magnum – realizzata dalla casa di cui porta il nome a partire dal 1912 divenne un calibro popolare e tutt'oggi lo troviamo camerato sia in express che in carabine a otturatore girevole scorrevole. Veniva utilizzata sia sulla selvaggina indiana che africana, particolarmente per i felini, mentre era ritenuto calibro non troppo sicuro per i pachidermi. 

450/3 e 1/4" N.E. – cartuccia introdotta sul marcato neo 1898 ad opera del famoso John Rigby. Fu per molti anni la munizione più utilizzata in Africa perché considerata affidabile su qualsiasi tipo di selvatico. Sostituita poi dalla mitica 416 Rigby, divenuta famosa per le sue doti di potenza e penetrazione anche su selvatici quali bufalo ed elefante. 

.500/465 N.E. – cartuccia introdotta ad inizio del ‘900 dalla Holland & Holland in sostituzione della 450 N.E. che divenuto calibro militare non era più utilizzabile per scopi sportivi sia in India che in Sudan. Ebbe un buon successo e fu considerato un calibro buono per tutta la fauna selvatica. 

.475 N.E. – introdotta a partire dal 1905 ed era utilizzata sia in express che in carabine. Il suo utilizzo era preferito su animali pericolosi a pelle tenera, ma utilizzata con successo per tiri a corta distanza su grossi pachidermi. La sua seconda generazione introdotta solo un anno dopo aveva un bossolo molto lungo di quasi 4 pollici e mezzo ed era indicata per le cacce africane più impegnative. 

.500/3” N.E. – fu prima munizione per la polvere nera, poi a partire dalla fine dell'800 mutuata per le polveri senza fuma. Era la munizione preferita dai cacciatori professionisti che accompagnavano i ricchi nei safari, per la sua efficacia anche contro la selvaggina più impegnativa. 

.577/3” N.E. – introdotta a partire dal 1880 come cartuccia a polvere nera era dotata di un lungo bossolo di 2” e ¾. Successivamente fu caricata con polveri senza fumo con il bossolo portato a 3”. La sua reputazione principale era quelle di essere la cartuccia da elefanti che taluni preferivano alla 600 N.E. per la sua maggiore penetrazione. 

.600 N.E. – munizione di elevata potenza introdotta dal Jeffery nel 1903. Prodotta dalla casa sino al 1962 è stata recentemente riproposta da alcuni costruttori di express. La sua potenza era considerata esuberante anche per gli elefanti. 

Le risposte alle munizioni inglesi 

9,3x74R – risposta tedesca ai britannici era camerata oltre che negli express anche in carabine ad otturatore girevole scorrevole e in combinati. Poteva essere convenientemente utilizzata sia nelle cacce africane che su grandi animali americani ed europei quali grizzly, alce, ecc. 

458 W.M. – molto più moderna dei calibri inglesi fu introdotta a partire dal 1956 ed aveva anch'essa la versatilità di essere utilizzabile sia in express che in carabine. È cartuccia molto potente anche per i selvatici più impegnativi.


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